05/06/2023
𝑷𝑶𝑳𝑰𝒁𝒁𝑬 𝑬𝑼𝑹𝑶𝑽𝑰𝑻𝑨
𝑼𝑵 𝑨𝑳𝑻𝑹𝑶 𝑪𝑨𝑺𝑶 𝑫𝑰 𝑹𝑰𝑺𝑷𝑨𝑹𝑴𝑰𝑶 𝑻𝑹𝑨𝑫𝑰𝑻𝑶
Dopo i disastri Parmalat, Cirio, Giacomelli il default argentino con la perdita per tanti risparmiatori dei lori risparmi, sembrava che i disastri finanziari fossero finiti e che gli investitori c.d. “retail”, ossia quelli non professionali come banche, fondi e così via, potessero dormire sonni tranquilli.
Purtroppo non è stato così. Adesso c’è il caso Eurovita, una compagnia pseudoassicurativa che emetteva polizze vita, quali forme di risparmio, finita anche lei in dissesto.
La società è stata, infatti, posta in Amministrazione Straordinaria, è stato nominato un Commissario e l’IVASS (l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni) ha bloccato il riscatto delle polizze fino al 30 giugno.
Vi sono così circa 350.000 sottoscrittori in attesa di sapere che ne sarà dei loro risparmi.
Un dato è comunque probabile: quando una banca o un’assicurazione fallisce – e l’Amministrazione Straordinaria non è altro che una specie di fallimento -c’è poca “trippa per gatti.”
Per chiarire se i clienti Eurovita hanno ancora qualche speranza di recuperare quanto versato, deve in primo luogo chiedersi in cosa si sostanzino gli investimenti proposti ai clienti da quella Compagnia
Si tratta delle c.d. polizze assicurative unit linked. Un termine straniero, che ultimamente ha catturato l’attenzione di molti e risparmiatori italiani. Unit linked letteralmente significa “collegato a quote” e tali polizze sono prodotti misti assicurativi-finanziari collegati a un paniere di fondi e il rischio di investimento è assunto dal sottoscrittore.
Sono strutturate come polizze vita (di ramo III): una parte dell’importo versato è destinata al pagamento del premio, che garantisce una prestazione in caso di decesso dell’assicurato, ma la porzione più consistente è destinata a essere investita. Il gestore impiega questa quota in un paniere di fondi selezionati in base alle preferenze del sottoscrittore. E, come per qualunque altro investimento, il capitale non è garantito.
Tale caratteristica ha portato la giurisprudenza a ritenere la vendita di questi prodotti, benché assicurativi, di natura finanziaria e, per l’effetto, soggetta alle norme del Testo Unico Finanziario (Decreto Legislativo n. 58 del 1998), norme che hanno consentito a molti risparmiatori, nei casi Parmalat, Cirio e Argentina, di recuperare i risparmi perduti.
Impongono, tra l’altro, le stesse la stipulazione del c.d. contratto generale d’investimento, ossia il contratto destinato a disciplinare i rapporti tra l’intermediario e l’investitore con l’indicazione delle regole a tutela di quest’ultimo, l’assunzione del Profilo di rischio, che ha lo scopo di definire le caratteristiche dell’investitore e i prodotti che gli possono essere alienati, nonché la consegna del Documento Informativo sui rischi Generali dell’Investimento, con lo scopo di rendere edotto l’investitore delle eventuali conseguenze del suo operato.
Ed è quasi sempre accaduto che nel caso di alienazione di polizze unit linked i venditori, ritenendo di avere a che fare con prodotti assicurativi, non si siano mai attenuti a queste norme, con la conseguenza di provocare condanne restitutorie o risarcitorie a loro carico nei casi di perdita del capitale investito da parte del consumatore.
Ciò detto e venendo al caso delle polizze Eurovita praticamente sicuro che, anche se verrà concesso il riscatto del che dubitiamo -, ci sia poco da ottenere. Ovvio, infatti, che se la Compagnia è in dissesto, non ha i mezzi per rifondere tutti gli investitori.
Ma c’è da considerare che per la maggior parte quelle polizze sono state probabilmente “piazzate” da terzi intermediari, quali soprattutto banche e società di intermediazione finanziaria, che si servono di promotori finanziari che vanno di casa in casa.
Nel qual caso potranno essere invocate le norme del TUF con notevoli speranze di recuperare quanto investito.
Non tutto è perduto, quindi, a parere di chi scrive per chi ha acquistato polizze vita Eurovita, benché la società sia ormai fallita.
Si tratta di agire nei confronti di chi ha alienato quei titoli nella speranza che non si trattasse di un dipendente o promotore Eurovita.
Giovanni Franchi
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