16/07/2023
«Oggi esistono questi rapper, alcuni fenomenali, per ca**tà, ma io fatico molto a leggere i loro testi con le orecchie, per così dire. Duecentomila parole tutte insieme appiattiscono una canzone: non credo che tra quarant’anni canteremo i brani più visualizzati oggi. Mi sembra manchi un po’ la musica
[...] Mi hanno sempre ritenuto l’autore “a modino” che non sono. Quello di Fiore di maggio e Guido piano. La realtà è più complicata di così
[...] Ha molto condizionato la percezione che si aveva di me, mi ha limitato. Quelli che usano gli occhi come li uso io mi hanno amato per questo, ma ad altri sono forse apparso stucchevole. Se sei sensibile non puoi diventare cinico. Mi dicevano: “Sei bravo, però ti manca un po’ di cattiveria”. Come se la cattiveria fosse un valore
[La creatività abita] nei dettagli e nell’essere sinceri, altrimenti diventa una bravura di maniera. Conosco colleghi che hanno cavalcato un bel po’ di falsità, scrivendo e cantando cose che non gli appartenevano, soltanto per riprendere quota o vendere due dischi in più
[La sensibilità costa moltissima fatica], è una questione fisica, logorante. Una lotta. Come dover restare dalla mattina alla sera con sé stessi, ascoltando sempre la propria voce. Alla fine è lunga.»
[Fabio Concato]