Avv. Katy Culeddu Dore

Avv. Katy Culeddu Dore Lo Studio costituito dall'Avvocato Katy Culeddu Dore opera a Macomer e a Sassari

Quando decade la responsabilità genitorialeCerti comportamenti conflittuali tra genitori, che si svolgono anche di front...
12/01/2025

Quando decade la responsabilità genitoriale

Certi comportamenti conflittuali tra genitori, che si svolgono anche di fronte ai figli minori, possono portare alla decadenza della responsabilità genitoriale.
La Corte di Cassazione, Sezione I, con l’ordinanza 16 settembre 2024, ribadisce la propria costante giurisprudenza, affermando che la pronuncia di decadenza rappresenta un’extrema ratio «che implica una valutazione di non affidabilità del genitore a curare gli interessi del figlio, sicché postula un inadempimento dei doveri inerenti alla funzione genitoriale di particolare importanza, che abbia arrecato o sia suscettibile di arrecare al figlio un grave pregiudizio».
Il caso
Tutto nasce da querele reciproche fatte dai due genitori; la madre presentava denuncia nei confronti del padre della figlia per maltrattamenti, mentre quest'ultimo denunciava la donna in quanto ritenuta responsabile di aver scatenato l’ostilità della figlia nei suoi confronti.
Interviene la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni che chiede una relazione sulla situazione della minore.
I servizi sociali evidenziavano come il rapporto coniugale fosse caratterizzato da litigi e minacce che si verificavano anche di fronte alla bambina.
Il Tribunale per i Minorenni sospendeva la responsabilità genitoriale ad entrambi i genitori, disponeva il collocamento della minore presso una casa-famiglia e il suo affidamento ai servizi sociali.
Successivamente veniva dichiarata la decadenza dalla responsabilità genitoriale per entrambi i genitori.
La madre ricorre in Cassazione. Gli ermellini cassano la decisione e ritengono che la stessa sia fondata su meri indizi e ritenendo che la medesima non abbia individuato, in concreto, un effettivo pregiudizio alla minore derivante dalla condotta della madre, evidenziando che il provvedimento ablativo della responsabilità genitoriale costituisce una extrema ratio a cui ricorrere solo allorché le altre misure previste dal legislatore non siano idonee a tutelare l’interesse del minore a crescere sano nella famiglia e nel contesto di origine.
Quindi, se non si ravvisa un nocumento concreto alla crescita del minore l’autorità giudiziaria non può dichiarare la decadenza del genitore della responsabilità genitoriale.
In applicazione del principio del superiore interesse del minore, il giudice deve verificare se tale rimedio (ossia la pronuncia della decadenza), nel caso concreto, incontri il limite costituito dall’esigenza di evitare al figlio un trauma al suo sviluppo fisico e cognitivo a causa dell’abbandono del genitore con cui ha sempre vissuto e con la conseguente lacerazione di ogni consuetudine di vita.

Se desideri una consulenza sulla tua situazione familiare, è necessario prenotarla al numero 3284146917 oppure inviare una email ad [email protected]

NON VUOI SPOSARTI?FAI UN CONTRATTO DI CONVIVENZAMolte coppie decidono di non sposarsi. Si tratta delle coppie di fatto. ...
11/01/2025

NON VUOI SPOSARTI?
FAI UN CONTRATTO DI CONVIVENZA

Molte coppie decidono di non sposarsi. Si tratta delle coppie di fatto. Queste coppie possono tutelarsi attraverso la stipula di un contratto di convivenza.
La “coppia di fatto”, affinché si possa definire tale, deve avere i requisiti della stabilità e della comunanza di vita e di affetti.
Attualmente, mancando in Italia una legge che disciplini la convivenza. L’unica forma di tutela si esplica attraverso lo strumento del “contratto di convivenza” con cui possono essere tutelati alcuni dei diritti storicamente negati alle coppie di fatto.
È uno strumento che offre alla coppia la possibilità di stabilire una serie di diritti tra cui: il diritto di abitazione, il diritto di versare mensilmente al convivente una somma di denaro, di essere assistiti dal convivente in caso di malattia, di conferirgli dei diritti successori per testamento.

Qualora lo riteniate opportuno, potrete prenotare un consulenza chiamando al numero 3284146917 oppure inviando una email a [email protected]

Il marito lascia la casa coniugale. Si può cambiare la serratura e non farlo più rientrare?No!Anche se il vostro coniuge...
10/01/2025

Il marito lascia la casa coniugale. Si può cambiare la serratura e non farlo più rientrare?

No!
Anche se il vostro coniuge si allontana momentaneamente da casa, avrà diritto di farvi rientro, e questo a prescindere da chi sia il proprietario della casa.
Potete rivolgervi piuttosto ad un avvocato matrimonialista per intraprendere una separazione, in modo che venga deciso a quale dei due coniugi debba essere assegnata la casa coniugale.
Solo in quel momento, l'altro coniuge dovrà necessariamente abbandonare la casa.
Se desideri una consulenza sulla tua situazione familiare, è necessario prenotarla al numero 3284146917 oppure inviare una email ad [email protected]

LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA CON INCIDENTE COMPORTA LA REVOCA DELLA PATENTE DI GUIDA MA DOPO LA MESSA ALLA PROVA EX ART...
08/01/2025

LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA CON INCIDENTE COMPORTA LA REVOCA DELLA PATENTE DI GUIDA MA DOPO LA MESSA ALLA PROVA EX ART. 168 TER C.P. DEVE ESSERE DISPOSTA DAL PREFETTO NON DAL GIUDICE

In tema di guida in stato di ebbrezza, il giudice che dichiari l’estinzione del reato per esito positivo della messa alla prova ai sensi dell’art. 168-ter cod. pen. non può applicare la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente di guida, di competenza del Prefetto, in considerazione della sostanziale differenza tra l’istituto della messa alla prova, che prescinde dell’accertamento di penale responsabilità, e le ipotesi di applicazione della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità, previste dagli artt. 186, cds, la cui disciplina lascia invece al giudice, in deroga al predetto art. 224, la competenza in ordine all’applicazione della sanzione amministrativa accessoria.
La Suprema Corte ha chiarito da tempo che il giudice che, in ragione dell’esito positivo della messa alla prova, dichiari, ex art. 168-ter c.p., l’estinzione dei reati di guida sotto l’effetto dell’alcool e di guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti, non può applicare la sanzione amministrativa accessoria, di competenza del Prefetto, della revoca della patente di guida.

NUOVO CODICE DELLA STRADA 2024: COSA CAMBIAUna delle maggiori novità è la cosiddetta sospensione breve della patente isp...
31/12/2024

NUOVO CODICE DELLA STRADA 2024: COSA CAMBIA

Una delle maggiori novità è la cosiddetta sospensione breve della patente ispirata dalla necessità di introdurre una sanzione accessoria leggera ma sburocratizzata . È infatti prevista la sospensione della patente da 7 a 15 giorni per chi infrangerà il Codice della Strada e la decurtazione di 20 punti per le seguenti infrazioni: superamento dei limiti di velocità, passaggio al semaforo con il rosso, inversioni di marcia dove vietato, sorpasso vietato o a destra, mancata precedenza, mancato rispetto all'alt di un agente del traffico, mancato rispetto della distanza di sicurezza, circolazione contromano e infrazioni sulle autostrade.
Inoltre, altre infrazioni per cui scatta la sospensione breve della patente sono: mancato o irregolare uso del casco a bordo di ciclomotori e motoveicoli; mancato o irregolare uso dei sistemi di ritenuta (per cui si intendono i supporti per tenere fermi e in sicurezza i seggiolini dei bambini) e dei dispositivi antiabbandono; uso del cellulare o di altri apparecchi durante la guida.
Infatti, un conducente che abbia meno di 20 punti e venga sanzionato per uso di smartphone o altri strumenti elettronici, potrebbe vedersi applicata la doppia sospensione, breve e ordinaria.

Guida in stato di ebbrezza

Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro la sanzione sarà compresa tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi;

Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3.200 euro) e sospensione della patente da 6 mesi a un anno.

Infine, se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro, la contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6 mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6.000 euro) e sospensione della patente da uno a due anni.

Tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza portano alla decurtazione di 10 punti dalla patente.

Per chi è ubriachi recidivo, scatta l'obbligo dell'alcolock sull'auto, un dispositivo che impedisce l'avvio dell'autovettura in caso di stato di ebbrezza, il conducente dell'auto, dovrà soffiare nell'apparecchio e l'alcolock se rileverà un tasso alcolemico elevato, bloccherà l'avviamento dell'auto fino a quando il valore tornerà sotto i limiti previsti.

Guida sotto stupefacenti

Per chi viene trovato alla guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito con l'ammenda da euro 1.500 a euro 6.000 e l'arresto da sei mesi ad un anno, basterà che risulti positivo ai test salivari perché scatti la revoca della patente e non sarà possibile conseguirne una nuova prima di 3 anni.

Gli agenti di polizia potranno effettuare, direttamente sul luogo del controllo, un prelievo di saliva, con modalità che saranno fissate da apposite direttive del ministero dell’Interno e nel caso in cui non sia possibile, gli agenti di polizia potranno accompagnare il conducente in strutture sanitarie fisse o mobili, pubbliche o accreditate, per il prelievi.

Se l'esito è positivo, ma non si ha ancora l’esito degli esami effettuati da laboratori accreditati, le Forze del'Ordine potranno comunque ritirare la patente.

Eccesso di velocità e sanzioni

Nel Nuovo Codice della Strada 2024 verranno usati accertamenti da remoto per multare chi non dà la precedenza a pedoni e ciclisti, chi parcheggia negli stalli riservati a mezzi pubblici, polizia, vigili del fuoco, servizi di soccorso, veicoli elettrici e carico-scarico.

Per eccesso di velocità, la sanzione va da 173 a 694 euro tra i 10 km/h e i 40 km/h di superamento dei limiti, invece se la violazione è compiuta all'interno di un centro abitato e per almeno due volte nell'arco di un anno, la multa sale tra 220 e 880 euro e scatta la sospensione della patente da quindici a trenta giorni.

Su proposta dei sindaci aumentano le sanzioni per eccesso di velocità, che potranno raggiungere i 1.084 euro, con sospensione della patente da 15 a 30 giorni per chi in città supera i limiti due volte in un anno

Monopattini elettrici

Sono tenuti ad essere dotati di assicurazione, targa e frecce obbligatorie, al fine di garantire una maggiore sicurezza. Inoltre, sarà obbligatorio l'uso del casco per chi è a bordo dei monopattini, sia per maggiorenni che per i minorenni. Per chi circola senza assicurazione è prevista una sanzione da 100 a 400 euro, mentre per chi circola un monopattino privo di indicatori luminosi di svolta e freno su entrambe le ruote, la multa va da 200 a 800 euro.

Nuove regole per i Neopatentati

Anche per i neopatentati sono previste delle strette nel Nuovo Codice della Strada 2024. Verrà infatti innalzato a 3 anni, invece che un anno, il limite temporale in cui un neopatentato non potrà guidare le auto più potenti, cioè le auto di categoria M1.

Uso dei cellulari alla guida

Il Codice della Strada prevede multe più salate e controlli più severi per chi guida al cellulare:

- ritiro della patente per 7 giorni se il conducente è in possesso un numero di punti della patente superiore a 10 ma inferiore a 20, al di sotto di questa soglia è prevista la sospensione della patente di 15 giorni.

- Da 250 a 1.697 euro e la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi per la prima infrazione.

- Da 350 a 2.588 euro e la sospensione patente da 1 a 3 mesi e la decurtazione da 8 a 10 punti in caso di recidiva.

Abbandono di animali

Il nuovo codice prevede un aumento della pena di un terzo nel caso in cui l’animale venga abbandonato “su strada o nelle relative pertinenze” ed è prevista la sospensione della patente da sei mesi a un anno “ove si accerti che il fatto che si costituisce reato sia stato commesso mediante l’uso dei veicoli. Infatti, chi lascerà per strada qualsiasi animale rischierà fino a 7 anni di carcere nel caso in cui esso dovesse provocare un incidente stradale con morti, feriti o lesioni personali gravi o gravissime.

28/12/2024

L'Avvocato deve astenersi da ogni forma di colloquio e contatto con i figli minori del cliente.

Il Codice Deontologico Forense stabilisce le regole che ogni avvocato è tenuto a rispettare.
Ma per quanto riguarda il Diritto di Famiglia, le regole sono più rigorose e bisogna andare oltre i comuni modelli di comportamento, perché la tutela della famiglia e del minore costituisce, da un lato uno dei principi fondamentali della società civile e dall’altro un terreno in cui si accentuano i profili di discrezionalità e quindi di responsabilità etica e sociale dell’avvocato.
Il Codice Deontologico Forense stabilisce che l'avvocato che assiste un genitore, nelle controversie in materia familiare o minorile, deve ASTENERSI da ogni forma di colloquio e contatto con i figli minori sulle circostanze oggetto delle stesse.
Quindi un avvocato non potrà mai ricevere presso il proprio Studio legale ed interrogare un minore, perché ciò è vietato dal Codice Deontologico Forense.

IL DRAMMA DEI PAPÀ SEPARATIUno dei principali drammi che vivono i papà separati nell’ambito di una separazione conflittu...
03/06/2024

IL DRAMMA DEI PAPÀ SEPARATI

Uno dei principali drammi che vivono i papà separati nell’ambito di una separazione conflittuale, è proprio la difficoltà di riuscire ad esercitare il diritto di visita. I figli vengono sempre più spesso utilizzati come strumento per ferire, punire, ottenere giustizia. Come fare se non riesci a vedere tuo figlio.

Vediamo quali sono gli strumenti che prevede la legge.
Nell’ambito di un processo per separazione giudiziale, il giudice in prima udienza adotta sin da subito un provvedimento sugli aspetti provvisori ed urgenti per la tutela dei minori e dei soggetti più deboli. Le decisioni concernono in primo luogo l’affido con un calendario di visita e l’assegnazione della casa coniugale.

In seguito alla riforma del diritto di famiglia, l’affido condiviso è la regola. La responsabilità gentoriale, con l’istituto dell’affido condiviso, deve essere esercitata in maniera coesa e congiunta. Pertanto, tutte le decisioni relative alla vita ed agli interessi del figlio devono essere condivise nel superiore interesse del figlio.

Affido condiviso non significa “divisione del figlio”, ma condivisione di scelte e gestione collaborativa della genitorialità.
Nel primo provvedimento presidenziale, viene stabilito l’affido condiviso. Di conseguenza viene altresì determinato un calendario per l’esercizio del diritto di visita con il genitore non collocatario.
Ed è proprio in questa fase che, in separazioni molto conflittuali accade la violazione dei diritti del figlio. Spesso allontanato da uno dei due genitori, che sempre più spesso e comunemente è il padre. Assistitiamo a veri e propri annullamenti della figura genitoriale. Il padre viene soppresso. Nei giorni di spettanza del genitore non collocatario, il bambino avrà la febbre, non vorrà uscire, inizierà a piangere. Il tutto innanzi ad una madre inerme che colpevolizzerà il padre di non essere capace di gestire il figlio.
Non è insolito sentire figli che si rifiutano di incontrare il padre senza alcun ragionevole motivo. Oppure che riferiscono frasi e termini non attribuibili in alcun modo ad un minore ma frutto di sapienti manipolazioni. Spesso si assiste a figli che non rispondono più al telefono, che mancano di rispetto alla figura genitoriale non collocataria.
Cosa fare?
Esistono degli strumenti, oggi comunemente usati nell’ambito dei processi, o anche al termine degli stessi, per sottoporre al giudice comportamenti ostacolanti dell’altro genitore affinchè possano assumersi provvedimenti sanzionatori e anche risarcitori in favore del genitore cui viene negato il diritto di poter esercitare il proprio ruolo genitoriale. Spesso è necessario richiedere una consulenza tecnica per valutare la capacità genitoriale di entrambi i genitori e l’eventuale danno o abuso che hanno subito i figli in seguito a condotte finalizzate ad interrompere il rapporto con l’altro genitore.
E’ oramai orientamento comune in giurisprudenza ritenere che il genitore ostacolante, che non garantisce al figlio l’accesso all’altro genitore, non è ritenuto figura genitoriale idonea al sereno sviluppo dei figli.
Se vi trovate in una situazione di blocco dei rapporti con i vostri figli e desiderate una valutazione sulla vostra situazione processuale, è consigliabile richiedere una consulenza specifica.

Se desideri una consulenza sulla tua situazione familiare, è necessario prenotarla al numero 3284146917 oppure inviare una email ad [email protected]

Il marito lascia la casa coniugale. Si può cambiare la serratura e non farlo più rientrare?No!Anche se il vostro coniuge...
31/05/2024

Il marito lascia la casa coniugale. Si può cambiare la serratura e non farlo più rientrare?

No!

Anche se il vostro coniuge si allontana momentaneamente da casa, avrà diritto di farvi rientro, e questo a prescindere da chi sia il proprietario della casa.
Potete rivolgervi piuttosto ad un avvocato matrimonialista per intraprendere una separazione, in modo che venga deciso a quale dei due coniugi debba essere assegnata la casa coniugale.
Solo in quel momento, l'altro coniuge dovrà necessariamente abbandonare la casa.

23/12/2023

Si avvisano i gentili Clienti che lo studio riaprirà lunedì 8 Gennaio. Buone feste a tutti 🌲🌲🎅

22/12/2023

SI PUO' IMPEDIRE CHE I FIGLI FREQUENTINO IL NUOVO PARTNER DELL'EX?
Cosa prevede la Legge?

In seguito ad una separazione, è più che normale oltre che legittimo che i rispettivi ex possano desiderare di rifarsi una vita sentimentale, costruendo nuove relazioni con terze persone. Spesso, però, la presenza di un nuovo compagno o nuova compagna può rappresentare per l’altro un problema in relazione al coinvolgimento dei figli. Dopo quanto far conoscere il figlio al nuovo compagno?
La giurisprudenza è ormai costante nel ritenere che ciò che è necessario valutare nel caso concreto è l’interesse alla tutela e sviluppo della prole tenendo conto delle influenze del nuovo compagno/a sui figli.
Secondo la Cassazione l’ex-coniuge ha tutto il diritto di frequentare un nuovo partner. Pertanto, in linea di massima, non può impedirsi che lo stesso si incontri con il nuovo compagno o compagna in presenza dei figli.
Un eventuale divieto a priori di frequentazione con il nuovo partner, si tradurrebbe in una lesione del diritto di visita del genitore. D’altro canto sussiste la necessità di tutelare l’interesse del minore ad un sano sviluppo. Per tale motivo, un eventuale limitazione potrebbe subire delle limitazioni solo allorquando sia dimostrabile che la frequentazione con il nuovo partner rechi pregiudizio al minore. Quindi non è giustificato impedire che i figli frequentino i nuovi partner dei propri ex.
Come risolvere eventuali conflitti?
E’ certamente opportuno che l’inserimento del figlio all’interno del nuovo ambito familiare avvenga in maniera graduale.
Potrebbe essere opportuno prevedere nell’accordo di separazione un tempo minimo prima di far conoscere il nuovo partner al figlio. Oppure di prevedere il suddetto inserimento graduale solo nel caso di relazione stabile e non meramente occasionale. Le clausole che a volte vengono inserite negli accordi di separazione o di divorzio, quando si prevede l’obbligo per i coniugi di introdurre i compagni in modo graduale nella vita dei figli, come quelle che vietano i contatti per un determinato periodo di tempo, non costituiscono un autentico obbligo giuridico, ma un impegno morale che, se dovesse essere violato, non comporterebbe l’applicazione di nessuna sanzione.
D’altra parte, l’altro coniuge potrà comunque richiedere al giudice un espresso provvedimento di limitazione alla frequentazione del nuovo partner, laddove riesca a dimostrare che tale situazione stia in effetti pregiudicando il benessere pscico-fisico del figlio.
Un caso tipico è quello in cui il nuovo partner non sia un soggetto raccomandabile poichè ha condotte penalmente perseguibili oppure metta in cattiva luce l’altro genitore, alimentando dei conflitti nella gestione dell’affido condiviso del minore.
Posso chiedere al Giudice che l’ex compagno non veda i figli in presenza del nuovo partner?
No, non esiste un automatismo in tal senso. Non esiste alcuna disposizione normativa che possa imporre tale divieto. Sarà compito del giudice valutare se le richieste di divieto sono fondate su un pregiudizio del minore oppure su un condizionamento del genitore.

Vi ricordo che per le situazioni molto complesse e delicate, non è possibile fornire un adeguato parere su facebook.

Qualora lo riteniate opportuno, potrete prenotare un consulenza chiamando al numero 3284146917 oppure inviando una email ad [email protected]

NON VUOI SPOSARTI?FAI UN CONTRATTO DI CONVIVENZAMolte coppie decidono di non sposarsi. Si tratta delle coppie di fatto. ...
17/12/2023

NON VUOI SPOSARTI?
FAI UN CONTRATTO DI CONVIVENZA

Molte coppie decidono di non sposarsi. Si tratta delle coppie di fatto. Queste coppie possono tutelarsi attraverso la stipula di un contratto di convivenza.
La “coppia di fatto”, affinché si possa definire tale, deve avere i requisiti della stabilità e della comunanza di vita e di affetti.
Attualmente, mancando in Italia una legge che disciplini la convivenza. L’unica forma di tutela si esplica attraverso lo strumento del “contratto di convivenza” con cui possono essere tutelati alcuni dei diritti storicamente negati alle coppie di fatto.
I contratti di convivenza sono accordi stipulati tra le parti per disciplinare gli aspetti patrimoniali e possono essere sottoscritti da persone maggiorenni – anche dello stesso sesso – unite da un legame affettivo e conviventi di fatto. È importante che la convivenza sia stabile e continuativa, i conviventi non siano legati tra loro da rapporti di parentela, di affinità o di adozione, i conviventi non siano impegnati in un matrimonio o un’unione civile.
Affinché il contratto sia opponibile ai terzi, è necessario che l’avvocato ne trasmetta copia, entro i successivi 10 giorni, al comune di residenza.
Il contratto di convivenza non può essere sottoposto a termine o condizione. Ad esempio, non è ammesso il contratto stipulato a condizione che uno dei due conviventi non abbia una relazione extraconiugale per tutta la durata della convivenza oppure che non si concepiscano figli etc.
Il “contratto di convivenza” dovrà essere redatto avvalendosi della consulenza dell’avvocato specializzato in diritto di famiglia.
È uno strumento che offre alla coppia la possibilità di stabilire una serie di diritti tra cui: il diritto di abitazione, il diritto di versare mensilmente al convivente una somma di denaro, di essere assistiti dal convivente in caso di malattia, di conferirgli dei diritti successori per testamento. Quando invece si ufficializza l’unione, registrandola in Comune, si instaura una convivenza di fatto. Pertanto attraverso un apposito accordo denominato contratto di convivenza la coppia può regolare i rapporti personali, economici e patrimoniali.
Con il contratto di convivenza la coppia disciplina le regole della propria convivenza, attraverso la regolamentazione di rapporti economici e patrimoniali ed anche di rapporti personali. L’accordo può disciplinare le conseguenze patrimoniali della cessazione della convivenza e la sua durata coincide con quella del rapporto di convivenza. Dal contratto derivano reciproci diritti ed obblighi, la cui violazione legittima la parte a rivolgersi al Tribunale.
Il contratto di convivenza si risolve per mutuo dissenso tra le parti, oppure per recesso di una sola parte, per la morte di uno dei due, oppure per il matrimonio tra le parti.

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ASSEGNO UNICO 2024, IMPORTO IN AUMENTO PER IL PROSSIMO ANNO.Importo in aumento per l'assegno unico 2024: il calcolo dell...
17/12/2023

ASSEGNO UNICO 2024, IMPORTO IN AUMENTO PER IL PROSSIMO ANNO.
Importo in aumento per l'assegno unico 2024: il calcolo delle somme a cui si ha diritto, anno dopo anno, segue il costo della vita. Stando alle previsioni, la base di partenza dovrebbe arrivare fino a un massimo di circa 200 euro, a cui si andranno ad aggiungere le maggiorazioni.
L’inflazione aumenta il costo della vita per le famiglie ma porta un incremento anche dell’assegno unico che, proprio in base a quanto stabilito dall’articolo 4 del decreto legislativo numero 230 del 2021, deve adeguarsi alle variazioni annuali.
Il valore ISEE del nucleo familiare determina l’importo base a cui si aggiungono, poi, le maggiorazioni previste: attualmente si parte da un minimo di 54,10 euro per chi supera la soglia dei 43.240 euro e si arriva a un massimo di 189,2 euro per chi non va oltre i 16.215 euro.
Sia gli importi dell’assegno unico che le soglia dell’indicatore della situazione economica della famiglia cambiano anno dopo anno: la misura, infatti, ha debuttato con una base di partenza tra i 50 e i 175 euro e soglie ISEE da 15.000 a 40.000 euro.
Le cifre, però, anno dopo anno sono in evoluzione: per il 2024 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha indicato un adeguamento delle pensioni all’inflazione pari al 5,4 per cento.
Secondo la simulazione pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 Ore l’11 dicembre, che prende proprio questo dato come riferimento, per il prossimo anno si arriverebbe a un importo base che parte da 57,2 euro e arriva a 199,4 euro.
Dal 2024, quindi, si prevede un aumento dell’assegno unico: la cifra di partenza, in relazione al costo della vita delle famiglie, crescerebbe dai 3 ai 10 euro circa rispetto ad oggi.
Va inoltre specificato che alla cifra base vanno aggiunte le maggiorazioni previste dalla normativa nei seguenti casi:
i nuclei numerosi (per i figli successivi al secondo);
le madri di età inferiore a 21 anni;
i nuclei con quattro o più figli, genitori entrambi titolari di reddito da lavoro;
i figli affetti da disabilità;
i figli di età inferiore a un anno;
i figli di età compresa tra 1 e 3 anni per nuclei con tre o più figli e ISEE fino a 43.240 euro;
la compensazione dell’eventuale perdita economica subita dal nucleo familiare, se la somma spettante risulta inferiore alla somma dei valori teorici dell’Assegno per il Nucleo Familiare e delle detrazioni fiscali medie, percepite prima dell’introduzione dell’assegno unico.
Quest’ultima voce resterà in vigore solo fino ai primi mesi del 2025.
Il calcolo finale dell’importo dell’assegno unico che spetta alle famiglie dal 2024, quindi, si basa sull’importo base e sulle maggiorazioni a cui ogni nucleo familiare ha diritto in base alle sue specifiche caratteristiche.
E tutti i fattori utili a determinare il risultato finale risentono dell’aumento legato all’inflazione, quindi anche gli importi aggiuntivi cresceranno dal 2024.

Un esempio? La maggiorazione per i figli o le figlie minori con disabilità grave, che non risente delle variazioni dell’ISEE, nel 2022 era pari a 100 euro, mentre nel 2023 è pari a 102,7 euro ed è destinata a crescere ancora nel 2024 insieme a tutti gli altri valori che compongono la cifra finale dell’assegno unico.

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Indirizzo

Via Carlo Felice N. 2 Macomer Via Mazzini, 6 Sassari
Macomer
08015

Telefono

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Sito Web

http://www.avvkatyculeddudore.it/

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