13/07/2024
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Il punto del Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi
ANNUNCI ROBOANTI E SOPRATTUTTO RISULTATI DELUDENTI
LE COMPAGNIE ONLINE, TANTO RUMORE PER COSA?
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♦ Le compagnie online sono nate, in Italia, con il dichiarato scopo di rivoluzionare l’industria assicurativa delle polizze Rcauto, con il desiderio – neppure troppo celato – di ampliare il proprio business a tutti i rami Danni e al segmento Vita-Risparmio. I principali finanziatori di queste sturt-up sono stati soprattutto gli azionisti delle grandi imprese assicuratrici che operano nel nostro Paese, attraverso le scelte effettuate dai manager che, fin dall’inizio, sono apparsi alquanto sicuri nel presentare le proprie fantasiose proiezioni di business ai mercati e alla stampa.
A distanza di qualche decennio, le maggiori compagnie “dirette” come, ad esempio, Linear (Unipol), Genertel (Generali), Quixa (Axa) e Allianz Direct (Allianz), dopo anni di risultati altalenanti, segnano il passo e in buona parte chiudono in rosso i loro bilanci. A questo si aggiunge un elevato grado di insoddisfazione dei clienti nei confronti delle compagnie dirette, online e telefoniche, attestato tra l’altro da un preoccupante elevato numero di reclami, certificato dall’Ivass, notevolmente superiore a quello medio delle compagnie che operano attraverso le reti agenziali.
Nell’anno 2023, secondo le tabelle dell’Istituto di Vigilanza, per ogni milione di premi incassati nella Rcauto, i reclami sono stati 2 per Generali Italia, che opera quasi esclusivamente per il tramite degli agenti professionisti e 20,56 (dieci volte tanto) per Genertel, la diretta del Gruppo; sono stati 1,56 per Allianz “tradizionale” e 7,42 per Allianz Direct (cinque volte tanto); 3,16 per Unipol e 9,17 (il triplo) per Linear, la “diretta” del Gruppo bolognese; 2,24 per Axa e più di 15 (sette volte tanto) per Quixa, la sua compagnia diretta.
La Commissione Rcauto del Sindacato nazionale agenti ha svolto diversi studi sull’argomento e appare piuttosto chiaro come tra le ragioni di questo gap ci sia soprattutto che i contratti distribuiti via internet e al telefono non offrono una reale consulenza come quella prestata dagli agenti assicurativi e quindi si prestano più facilmente a fraintendimenti e cattive interpretazioni da parte del cliente. L’aumento del contenzioso ne è evidentemente la naturale conseguenza.
Tra i casi più eclatanti è il caso di citare Allianz Direct Spa, società del Gruppo Allianz che si occupa della vendita diretta di prodotti assicurativi nel segmento Rcauto e Danni non Auto. Ha chiuso l’anno 2023 con una perdita netta di oltre 20 milioni di euro (20,7), dopo avere chiuso l’anno precedente con una perdita netta di 80 milioni di euro (79,2) al 31 dicembre 2022. La compagnia ha registrato una diminuzione complessiva del volume premi dell’8,3%, passando da 567 milioni di euro a 520 milioni di euro a fine 2023 (461 riconducibili all’auto e 59 milioni al non Auto), con un calo della raccolta nel comparto Rcauto pari al 7,6%. Il risultato tecnico del lavoro diretto lordo è stato pari al 7,6%. Il risultato tecnico del lavoro diretto lordo è stato pari a -76 milioni di euro, importo che aggiunto al risultato tecnico negativo dell’anno 2022 (-75,5 milioni di euro) porta ad oltre 150 milioni di euro di risultato tecnico negativo in soli due anni. Il rapporto sinistri a premi del lavoro diretto è passato dal 97% al 103% a causa, ha spiegato la compagnia in una nota, dell’aumento dell’incidenza di sinistri da evento naturale, sia in termini di frequenza, sia in termini di costo medio, in particolare nel ramo Corpi Veicoli Terrestri (CVT). L’incidenza delle spese di gestione sui premi contabilizzati è risultata in aumento al 16,3% (16% a fine 2022).
Insomma, annunci roboanti, robusti investimenti, previsioni ottimistiche a cui hanno fatto seguito risultati deludenti sia dal punto di vista quantitativo sul piano della raccolta premi, sia da quello qualitativo, vista la scarsa redditività del portafoglio accumulato. Come a dire, valeva la pena di fare tanto rumore per esiti così carenti?
Claudio Demozzi